Marketing in Vista (PC User Blues)

Tranquilli, non ho intenzione di recensire Windows Vista, direi che di analisi ce ne sono in giro già abbastanza, e poi non sono un tecnico.

Quello che mi interessa è l’aspetto marketing, soprattutto in relazione al modo in cui Microsoft informa o meno gli utilizzatori su cosa serve (a livello hardware) per poter passare e  Vista e poter finalmente lanciare il loro “WOW !” davanti allo schermo. Anche perchè leggendo un po’ in giro sembra che di innovazioni “sostanziali” non ce ne siano poi molte, e se si tolgono i mirabolanti effetti visuali offerti da “Aero”, (che richiedono parecchie risorse e un hardware all’altezza) non resti poi molto di cui stupirsi.

Ma il punto è un altro: Microsoft ha consentito (per ovvi motivi) a molti produttori di PC di apporre lo sticker “Vista  Capable” su molti modelli che in realtà non hanno RAM , processori e schede grafiche in grado di gestire le versioni con Aero, ma solo la versione Home Basic. Io stesso avevo avuto modo di “avvertire” il problema semplicemente facendo girare sul mio portatile l’utility di Microsoft per verificare la possibilità di installare Vista.  Il programmino dopo aver scandagliato a fondo il computer mi annuncia orgoglioso:    

“Your computer can run Windows Vista

Based on our scan of your system, Windows Vista Business appears to be the best edition for you. For information about other editions, click the edition names in the left pane.” Insomma posso passare a Vista.. o no ?

Poco sotto ecco alcuni “dettagli” di cui mi informano:

1. la RAM è la metà di quella che serve per Aero per cui: “After installing Windows Vista, we recommend upgrading your RAM” (?!)

2. ci sono un po’ di periferiche e componenti varie di cui non si conosce la compatibilità con Vista: stampante (una HP), Network Services Miniport (che interviene nella gestione dei servizi di rete), Codec audio, Periferiche di Controllo supporto, Codec video, Bluetooth, Integrated FlashMedia Controller. Mi devo preoccupare o no ?

3. Per quanto riguarda il software due programmi andrebbero rimossi prima dell’instllazione e altri 10 potrebbero avere “minor compatibility issues after upgrading to Windows Vista” (insomma non si sa che succede e se sarà possibile risolvere i problemi)

Se per Microsoft questo significa essere Vista Ready….

E’ onesto dire ai propri clienti che potranno godere della mirabolanti novità di Vista quando in realtà il PC deve subire modifiche hardware sostanziali e il povero utente dovrà passare ore cercando gli aggiornamenti di software e driver sui siti dei produttori dei vari componenti ?

Se lo chiede anche Adrian Kingsley-Hughes nel suo blog su ZD Net….

 

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Buffonate 2.0 (2.0 PR Blues)

Vi invito a leggervi post e commenti relativi all’esilarante esperienza di [mini]marketing alle prese con un esuberante ufficio stampa veramente 2.0…. Meditate marketing manager, meditate.

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Eh, il piacere di giudicare… (Blog Contest Blues)

E’ la prima volta che vengo chiamato a far parte di una giuria. Il mio ego ne è deliziato, ma la parte più cosciente di me sa che mi sto ficcando in un ginepraio, e che mi sto forse preparando a farmi qualche blog-memico… Ma non importa. Affronterò con coerenza e rigore il mio delicato compito istituzionale di giurato. Sperando di non fare figure da Giurato…

Ringrazio [mini]marketing per la fiducia e la stima.

Cliccando sul logo dell’iniziativa ne saprete di più.

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Back to basics (Interview Blues)

Ogni tanto occorre, tra new social media, blogosfere e web 2.0, fare qualche doveroso passo “indietro”  e darsi una ripassatina alle nozioni di base delle attività di ufficio stampa. E’ una cosa che mi ero riproposto di fare regolarmente, ma che in realtà è rimasta un proposito… faccio ammenda e oggi farei due chiacchiere in scioltezza sulle interviste, osservazioni sparse, per carità, non ho qui la pretesa di essere esaustivo.  

Ah, l’intervista, il sogno di tutti i manager e delle rispettive agenzie. Peccato che un ‘intervista male impostata o male organizzata possa creare più danni di una foto di Corona…

In passato mi è capitato di assistere (assistevo, eh, non organizzavo…) a raccapriccianti soliloqui di brillanti e ipercomunicativi “venditori” che sotto lo sguardo attonito del povero giornalista recitavano a memoria brochure corporate (più o meno ben fatte, ma sempre brochure) il cui succo era  più o meno: “ma guardi quanto siamo bravi, ma quanto siamo belli, i concorrenti sono dei poveracci, etc etc.  Insomma un modo scientifico per distruggere l’immagine dell’azienda e alienarsi per sempre l’interesse del giornalista.

Presupposto di base: essere preparati. Può sembrare una indicazione generica e banale, ma non lo è affatto.  Il manager che si appresta all’intervista, sa cosa fanno i giornalisti ? Sa di cosa hanno bisogno, come lavorano, che cosa si aspettano ? Insomma , sa qual’è lo scambio di valore alla base ? Per essere preparati in questo senso fatevi un bel media training con la vostra agenzia (ammesso che non si tratti di quel tipo di agenzia che del rapporto con i giornalisti conosce solo l’orrida pratica del recall sul comunicato stampa…In questo caso cambiate agenzia.) Il media training in realtà fornisce una serie più ampia di nozioni e strumenti, per esempio come gestire domande critiche, come chiarire quali informazioni è possibile dare e quali no, che l’  “off the records” non esiste, etc etc . 

E del giornalista in specifico ? Avete tutte le informazioni sulla testata, sulle aree di maggior interesse, sul taglio degli articoli ? Vi siete letti qualche articolo su temi vicini a quello di cui dovete discutere ?

E poi, venendo ad un altro punto davvero critico, avete davvero qualcosa per cui un giornalista vi deve dedicare un’ora o più del suo tempo ? Quello che avete intenzione di dire è un contenuto davvero rilevante ? L’intervista è sicuramente lo strumento più consono ?

Se siete sicuri che l’intervista davvero ci vuole, avete preparato adeguatamente il giornalista all’incontro ? Gli sono stati mandati documenti e informazioni che inquadrano correttamente l’azienda ? In questo modo non perderete tempo a spiegare da zero cosa fa l’azienda e potrete concentrarvi sul tema chiave dell’incontro.

Alla prossima.

 

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Web 2.0 reaction ? (nVidia Blues)

Da più fonti avevo saputo di un sito dedicato a una class action diretta contro nVidia. 

Dopo aver speso centinaia di dollari per gli ultimi modelli di schede grafiche 3D, certificate Vista Ready, molti utenti hanno scoperto che i driver disponibili per il nuovo sistema operativo sono inefficienti: alcuni giochi non partono, altri soffrono di un netto calo di prestazioni, etc. Per questo motivo “sarebbe” stato creato un sito, nvidiaclassaction.org .

Sorpresa: oggi vado a curiosare e scopro che al suo posto c’è un simil-sito che offre solo link per l’acquisto online di schede, processori, etc.

Una pronta reazione 2.0 di nVidia ? Attendo di scoprirlo.

 

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10 miti (Newspaper Blues)

Via Alessandro Gilioli scopro questa interessante analisi dei giapponesi di iA sullo stato della carta stampata.

Sottolineo in particolare il passaggio:

Myth 8: The web is just a trend. No need to panic.

Fact 8: Change or die

Yeah, and the telegraph will come back and ends the silly email trend. – Let me assure you: What comes after the Internet will be even more fatal to your business if you don’t adapt soon. Adapting means: Your website is your publishing tool. The paper is one exciting product of that interactive publishing process. You need to work on your paper as well: Increase its readability, scannability, usability.

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Autoreferenziale (Interview Blues)

Beh, insomma, quando uno non è abituato a rilasciare interviste,vedersi sulle pagine di una rivista è sempre una piccola, grande soddisfazione. Sul numero di Febbraio-Marzo di ADV c’è un mio intervento, curato da Nuccio Barletta,  sui rappporti tra CRM e comunicazione aziendale.     

 

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Social media trends (Social PR Blues)

Stowe Boyd, senior consultant di Cutter Consortium, ha anticipato alcuni dei temi che svilupperà al prossimo Cutter Consortium Summit .

Boyd si occupa di social media e, fatte salve come sempre le debite differenze tra la realtà americana e quella europea, le sue osservazioni meritano qualche riflessione.

Per il 2007 Stowe ricorda innazi tutto la necessità di analizzare e metabolizzare i clamorosi passi falsi che alcune aziende hanno fatto nell’approccio al marketing conversazionale (vedi Wal-mart e dintorni). Prevede che un numero crescente di aziende si avvicineranno ai social media, in particolare blog, social networking e wiki, alla ricerca di meccanismi efficaci e di basso costo per aprire la conversazione con i mercati. Marketing e PR saranno semplicemente rivoluzionate da questo nuovo approccio.

“L’esplosione dei social media è stata realmente globale, e ha raggiunto numerosi segmenti della società e del business” spiega Boyd ” e i social media sono utilizzati dalle aziende in un ampia varietà di modi. Naturalmente le aziende che si occupano di comunicazione sono capofila in questo processo, ma tutte in generale stanno cercando di capire cosa sta realmente accadendo nella blogosfera e in che modo strutturare la propria presenza se questo potesse accelerare e migliorare i processi di innovazione e di introduzione dei prodotti, o semplicemente connetterli in modo diretto ai propri mercati”

Ma i social media stanno entrando prepotentemente anche all’interno delle aziende, tra i dipendenti, così come hanno già fatto a suo tempo email e instant messaging. Boyd osserva come i giovani che entrano in azienda oggi si aspettano semplicemente di trovare questi strumenti già implementati.

Le aziende che hanno percepito l’enorme potenziale di questi nuovi media e si impegnano a comprenderli e utilizzarli potrebbero trovarsi a disporre di un concreto vantaggio competitivo.

Conclude Boyd: “The people formerly known as the audience are going to continue to experiment with new technologies, new approaches to social interaction, and new social tools.”

L’articolo di Tekrati

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I PR della scoperta della blogosfera (PR Blogosphere blues)

Vincenzo de Tommaso scrive un bel sunto della ricerca Euprera (Associazione Europea di Ricerca e di Educazione di Relazioni Pubbliche). Ne scrive anche Mantellini (guardate i commenti…)

In un quadro di generale aumento dell’interesse e dell’utilizzo della blogosfera, colgo alcuni aspetti un po’ deprimenti.

“(..) Tra i fattori che invece ne ostacolano ancora la diffusione: al primo posto la mancanza di capacità da parte del personale interno all’azienda (69%) – i PR non hanno gli skills professionali necessari per condurre attività di questo genere; (..) la difficoltà a dimostrare il ritorno dell’investimento (42%); controllo dei commenti dei lettori 34% “

Constatiamo quindi che tra i professionisiti delle PR, aziendali e non, quasi il 70% manca degli skill “di base” per la professione, perchè oggi francamente gli strumenti di lettura, comprensione e utilizzo dei social media in genere non sono più un optional.

Non parliamo poi degli aspetti relativi al ROI. Niente contro lo strumento di analisi in se’, ma applicarlo sempre e comunque anche in ambiti dove le misurazione non è assoltamente una scienza esatta, è davvero inutile e fuorviante.

Circa il controllo dei commenti … si commenta da solo.

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La faccia come il … cellulare (Telecom Blues)

Scopro grazie all’ineffabile Casalinga di Voghera le pagine con cui TIM e Vodafone annunciano ( coma fosse una loro forte inziativa a favore dei clienti) il taglio dei costi di ricarica.

Come ci ricorda Marco, ci sono voluti 800.000 firme, una petizione alla Commissione Europea, una indagine congiunta di Antitrust e Agcom e un decreto legge del Governo.

E adesso ce la rivendono come una loro geniale azione di marketing ?

Complimenti per lo slogan scelto da TIM “La trasparenza si vede” .

Ci sono parole a cui certe aziende non dovrebbero neppure avvicinarsi.

Ma questa è la cultura di chi considera i clienti un magazzino di limoni da spremere senza memoria e dignità. 

 

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