Memento

Vabbè, sicuramente lo sapete già tutti, ma io ve lo segnalo:  a  Milano il 13 ottobre, un  incontro dal titolo: “Top of the blogs : gli influenti della blogsfera italiana” .  Edelman e Technorati illustreranno una prima analisi del panorama dei blog Italiani e internazionali.   L’evento (che si terrà alle ore  11,30 a Le Biciclette – via Torti, 1) è aperto a tutti. Io cercherò di andarci. 
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Soldi buttati via (Economic PR News)

Ci sono fior di aziende convinte che si possa far comunicazione efficace facendo tradurre centralmente i comunicati (non si sa come e da chi, ma spero sia un traduttore automatico) per poi diffonderli con un sistema di distribuzione in abbonamento via email, senza nessun genere di consulenza locale. I risultati sono i seguenti:
 
“Con lo xxxxx  presentiamo il nostro modello High-End più attuale”, spiega xxxxxx, del riparto marketing ….
 
….Lo xxxx si basa sul nuovo modello di misure abbastanza compatto (32, 5 x 22 x 21 cm.) e grand’apparenza. ….
 
… xxxxx  decide scartata partecipazione dal CeBIT 2007
 
… xxxx  annunciò che non sarà rappresentato con un proprio stand dalla versione 2007 del CeBIT. Invece di far presenza in questa fiera, si vuole ….
 
È stato progettato lavorare di maniera più attiva
 
…  Con questi nuovi prodotti, xxxx  vuole ingressre nell’area dei progetti commerciali
 
….. Lo xxxxx  adempie le vostre aspettative
 
..  due schede TV analoghe o digitali fanno possibile la riproduzione di film
 
gli utenti hanno la possibilità di entrare ad altri contenuti
 
I tempi del DVD e CD player, receiver e videoregistratore nel soggiorno sono rimasti out
 
Anche ne ha tutti i vantaggi di un computer.
 
 
Contenti loro….
 
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Blogging e aziende (SMAU blog Blues)

Ecco un brevissimo resoconto al volo sul bellissimo convegno “Blog e informazione: quali opportunità per le aziende “, tenutosi ieri allo SMAU e organizzato da Blogosfere (giusto alcune cose che personalmente ho trovato tra le più interessanti e stimolanti, non me ne voglia chi non citerò, tutti gli interventi sono stati ricchi di spunti di riflessione)
 
Sala piccola e strapiena e molte facce note.
 
Allora,  pesco dai miei rapidi appunti:
 
- Andrea Andreutti, web Marketing manager di Samsung , mette l’accento sul fatto di come siano di fatto “obsoleti” o comunque insufficienti i tradizionali tool di marketing a fronte delle modalità di diffusione e fruizione delle notizie nella blogosfera; esempio: se un prodotto viene lanciato sul mercato di Singapore lunedì, ci sono buone probabilità che mercoledì ci siano già in rete e in italiano impressioni, commenti, foto e magari una bella prova prodotto, indipendentemente dall’annucio in Italia. Altra interessantissima osservazione: il monitoraggio della blogosfera offre indicazioni e spunti di valore per l’azienda, anche senza i complessi e costosissimi sistemi di CRM
 
- Mauro “Mario” Lupi sottolinea come le aziende fatichino a percepire il “valore nascosto” del blog, forse (ipotizzo io) perchè lo analizzano e lo esaminano con strumenti vecchi inadatti a comprenderlo. Cita una  ”customer story” di Barilla che solo attraverso l’ascolto della blogosfera ha raccolto indicazioni utili per modificare i prodotti esistenti o addirittura crearne di nuovi. La blogosfera come formidabile “focus group” a disposizione delle aziende. Mi piace molto la sua proposta di parlare di “business blog” , concetto pèiù ampio, e non di “enterprise blog”, che ne è una particolare espressione.
 
- Interessante il caso di Ferrari, e di come Gianpaolo Sacchini si è mosso con uno strumento così innovativo all’interno di in’azienda dove le regole e i limiti  per la comunicazione sono pesanti e decisamente rigidi.     
 
- Sergio Veneziani di Edelman ha descritto l’approccio utilizzato per portare le aziende verso un eventuale utilizzo “cosciente” del blog, ovvero farle passare attraverso una fase di solo monitoraggio e ascolto, per dare modo di capire più a fondo dinamiche, opportunità e rischi.  
 
Al prossimo convegno !
 
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Buon Senso (Good PR Pitch Blues)

Mi è capitato di dover fronteggiare più di una volta  richieste di clienti che, dovendo approcciare nuovi segmenti di mercato, dove erano praticamente sconosciuti, volevano in parallelo approcciare i giornalisti che di quel mercato si occupano con una specifica campagna di “introduzione”.  Niente di sbagliato nell’idea, ma è la tipica situazione in cui le aziende tendono ad essere aggressive e a dare per scontato che stanno proponendo i contenuti più interessanti del mondo e pretendono di “vendere” tutto e subito.  Alan Weinkrantz  ha avuto lo stesso problema e raccolgo volentieri alcune sue osservazioni

Il concetto su cui Alan si sofferma è che quando si tratta  di  un nuovo giornalista, l’obbiettivo deve essere quello di approcciare e conoscere e non quello di vendere.  

Il destinatario del pitch , giornalista, analista, opinion leader o blogger che sia, sa che il nostro obbiettivo finale è quello di avere la sua attenzione e, eventualmente, che scriva del nostro cliente, magari in modo positivo. Allora prima di approcciarlo è bene ricordare alcune semplici regole:

1. Assicuratevi che la persona sia realmente quella giusta: leggete quello che ha scritto, fate qualche ricerca, scoprite chi lo linka.

2. Chiedetevi se, oggettivamente, quella particolare persona  debba essere interessata a sapere qualcosa sull’azienda, sul prodotto o sulla tecnologia in questione.

3. I contenuti che state proponendo sono coerenti con la linea editoriale della testata ?

4. Rendete l’approccio davvero di introduzione e “conoscitivo”. Magari  inviate una breve email presentandovi, dite cosa proponete e chiedete se il giornalista è la persona  giusta per i contenuti in questione.

5. NON INVIATE al primo approccio file con profili aziendali, background, foto e gli ultimi 10 comunicati dell’azienda. Al massimo, aggiungerei io, proponete un paio di link dove il giornalista può, se vuole, approfondire.  

In generale il suggerimento di Alan è: usate buon senso e rispetto. Non dimenticate che il vostro giornalista è bombardato quotidianemente da pitch come il vostro: fate che il vostro messaggio sia vero valore aggiunto per il suo lavoro.   

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Miss PR (Neverending Misunderstanding Blues)

Leggo stamattina che la novella Miss Italia, Claudia Andreatta, “sogna di entrare nel mondo delle pubbliche relazioni e di fare la presentatrice, magari come Simona Ventura che sembra sia il suo modello ideale.”
 
Fantastico.
 
Quello che ci voleva per chiarire cosa sono le “pubbliche relazioni” e dare finalmente un po’ di sfarzo alla nostra povera categoria.
 
Ne sentivo davvero la mancanza.
 
Corro a comprarmi bikini e coroncina. Ne avrò bisogno per le prossime presentazioni dell’agenzia.
 
Prevedo clienti nuovi come se piovesse.
 
La settimana parte ancora una volta alla grande…
 
 
 
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Giuro che sono qui per caso… (PR Shame Blues)

Tanto per cominciare in allegria la settimana e chiarire meglio il problema dell’immagine delle Relazioni Pubbliche ( e farci una bella e amara risata),  vi propongo questo stralcio tratto da un sito che si occupa di informazione medica alternativa……  

(…) Le agenzie di PR lavorano nel campo delle relazioni pubbliche, la professione che si occupa di “management della percezione” e dell’alterazione delle attitudini mentali e metafore concettuali nella vita pubblica e spesso hanno degli interessi economici propri e l’obbligo di fedeltà a un punto di vista. Quindi un efficace ed accurato esame delle attività e dei codici etici di tale professione è raccomandato: le dichiarazioni che essa produce devono essere generalmente considerate disinformazione per definizione fino a quando è dimostrato il contrario.  Una manipolazione non necessariamente comporta vere e proprie bugie di commissione, ma comporta tipicamente bugie di omissione, che mascherano l’identità dello sponsor del messaggio. (…)

Quando parliamo di PR, ci sono due cose da cercare:

1. l’orchestrazione ed organizzazione che non è destinata ad essere vista e conosciuta dall’audience e

2. la scena sul palco a consumo del pubblico.

Non male eh ?….

 

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PR cosa ? (Professional Shame Blues)

Vi segnalo un imperdibile post di Richard Edelman, dal titolo “A Jarvis Moment” che, ancora una volta,  mi ha  procurato quella simpatica (ma sbagliata, lo so…) sensazione di “mal comune mezzo gaudio” che ogni tanto mi procura la lettura delle disavventure delle relazioni pubbliche oltreoceano.
 
In sintesi, Il Nostro si è trovato a dover riempire un modulo govenativo, in cui era necessario indicare la professione: niente di più facile, deve aver pensato. 
Peccato che al primo tentativo, il solerte impiegato ha spiegato a Mr. Edelman come “PR ” o “Public Relations” non fosse abbastanza specifico, e ne’ lui ne’ il suo supervisore sapevano che professione fosse…  Il Nostro ha fatto un tentativo con “corporate and marketing communications”. Niente da fare, l’espressione era troppo lunga per il form. Ma il buon Richard non si è scoraggiato  e ha cominciato a parlare dei suoi clienti, dei più recenti progetti che aveva sviluppato per Dove, Wal-mart, General Electric… Niente da fare. Alla fine, disperato si è dovuto adattare a descrivere la sua professione “advertising”.  Vi riporto l’amaro commento di Edelman:

“This is what used to happen when I was just a “newbie” in the business in the late 70s and early 80s. It could not still be happening to me. Fellow PR people, we have still have a lot of work to do on the image of the industry. Beyond the executive suite, we are either unknown or pigeon holed into the “masters of spin” camp. In fact we are central to business transformation, whether it is for Wal-Mart, P&G or other major global corporations. Let’s persuade our clients to allow us to talk about the work we do so that we can educate the broader publics about the benefits of what we do. In that way we can avoid this type of humiliation for future generations of PR people.”

Posso solo immaginare lo scoramento di un uomo come Richard Edelman, uno che delle PR ha fatto la storia, di fronte a un episodio del genere.

Nel mio piccolo , posso solo dire che so di cosa parla

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Relazioni pubbliche che stupiscono (Harry Potter Blues)

Un post del sempre stimolante Mr.Reset ci segnala un comunicato davvero singolare, dove l’incauto ufficio stampa di un produttore di computer annuncia che esiste una tecnologia capace di aggiornare un PC mentre è spento. Ora, va bene che bisogna catturare l’attenzione dei giornalisti, ma forse avventurarsi nel mondo della magia è un po’ troppo. Però chissà, con un incantesimo del tipo “Aggiornandum Calculationis Machina !” Harry Potter potrebbe… Mah.

(Tra l’altro scrivere una cosa le genere testimonia la bieca incompetenza tecnologica di chi ha distribuito il comunicato in questione, che è però sicuramente un assiduo lettore delle avventure del maghetto occhialuto e dei suoi amici.)

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Relazioni Pubbliche o SPAM ? (Good Pitch Blues)

Questa simpatica storia  raccontata da un giornalista di NetworkWorld negli Stati Uniti, la dice lunga su quali colossali errori si possano commettere per l’ansia di far apparire i propri clienti. L’aspetto ironico della cosa è che lo “SPAM” attuato dalla solerte agenzia di relazioni publiche   riguardava soluzioni anti-SPAM…..
 
Ma non basta, perchè la aggiornatissima e attrezzata agenzia ha inviato il pitch in questione ponendo l’intera mailing in chiaro nel campo “To” dell’email, mostrando i fortunati 116 destinatari del messaggio. Cose che mi è capitato di vedere di persona, avendo io stesso ricevuto comunicati stampa da altre agenzie esattamente con le suddette medesime modalità.
 
Ora, nella fattispece si trattatava, se non vado errato, non di un comunicato stampa ma addirittura di un’invito per un’intervista, che a maggior ragione andava gestito con una attenzione particolare e in modalità rigorosamente “one-to-one”. Insomma, l’errore dentro un errore dentro un’altro errore…
 
Constatare che questa mancaza di professionalità affligge anche le PR oltreoceano è una magra consolazione. Questi sono i segnali che mi fanno capire perchè la considerazione di cui godono le agenzie di relazioni pubbliche presso aziende e presso tanti giormalisti sia così bassa.
 
…Ah, dimenticavo l’ultimo errore segnalato dal giornalista:
 
“…when doing PR for an antispam vendor: Don’t dis the news editor who writes a blog.”
 
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Personale

Oggi se ne è andata  per sempre una buona ragione per continuare a seguire il calcio. 
Per un vecchio interista, qualcosa di più.
 
  
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