La (troppo ?) difficile arte del Social Media Manager (Social Media Blues)

Questo provocatorio articolo dal titolo inequivocabile mette in luce quanta approssimazione o forse improvvisazione ci sia tra le aziende che scelgono i social networks come tool quotidiano di interazione con i propri clienti.

Esempi simili a questi capitano sotto i nostri occhi tutti i giorni, e i marketing manager devono riflettere sulla “criticità” della posizione di colui che parla in nome e per conto dei  loro brand twittando e pubblicando su Facebook, Linkedin e gli altri social networks del momento.

Tra gli aspetti più deprimenti di questa carrellata di orrori direi che i penosi trucchi per fare aumentare click e retweet meritano più di una riflessione e dovrebbero invitare a una attenta valutazione di certi risultati numerici.

Dietro un tweet “di successo” forse c’è il nulla.

 

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B2B e social media, la simbiosi è servita

Prendo spunto da questa bella infografica proposta da http://www.content4demand.com  (Clicca sull’immagine per ingrandirla)

C4D_Infographic-Content_and_Social_Sharing

Riprendo qui le osservazioni principali contenute nell’articolo di  Matthew McKenzie.

L’infografica, basata in gran parte sui risultati della Demand Gen Report 2013 B2B Content Preferences Survey e sulla 2012 B2B Buyer Survey, chiarisce bene alcuni punti.

I clienti e i prospect non solo consumano contenuti, ma li condividono costantemente con i loro colleghi. Questo è vero per una vasta gamma di formati di contenuti, non solo per ciò che solitamente è considerato “ideale” per la condivisione.

I buyer B2B consultano regolarmente i social network per la ricerca dei loro potenziali acquisti. E ‘ quindi fondamentale collocare i contenuti sui network ritenuti più attendibili come strumenti di ricerca, LinkedIn e Slideshare in testa.

Quasi tre buyer B2B su quattro utilizzano in qualche modo i social media durante il processo di ricerca e selezione del fornitore.

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Markets are not yet conversations.

Cosa dire di queste truffe a cielo aperto ?

Follower su Twitter comprati un tanto al chilo, i “like” in confezione famiglia, recensioni entusiaste in offerta speciale.

E non è solo il social, ovviamente. Sempre per restare in tema, i siti di alberghi o residence con camere inesistenti su panorami invisibili abbondano. Ingannare sul web in fondo è così semplice.

Ma questa logica pervade tutti i settori.

Certo, così è più furbo, ovvio, molto più facile, certamente.

E poi c’è quel vezzo tanto diffuso quanto idiota di misurare il “successo” soltanto in “like” e visualizzazioni.

Come se con quelle le aziende facessero realmente business, conquistassero clienti veri, guadagnassero.

Poveracci, quanto tempo, denari e energie sprecate.

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The competence is the King…

incompetenceQuando si leggono post come questo, dove Michele Ficara Manganelli narra le brillanti imprese di un ufficio stampa, non si può fare a meno di domandarsi come tanta improvvisazione e/o mancanza di professionalità possa sopravvivere in un’azienda nell’anno di grazia 2013.

Agli albori della comunicazione digitale, nei primi anni 2000, passavo parecchio tempo a spiegare ai miei colleghi in agenzia cosa si poteva e cosa non si poteva fare con l’email. Ma era la nuova frontiera, spesso i comunicatori si trovavano a passare dal fax alla posta elettronica, l’apprendimento ci stava, ci mancherebbe.

Ma oggi ?

E’ ammissibile che chi gestisce le media relations di una azienda usi la posta elettronica come una zappa (leggete anche questa, non è male…) o ignori totalmente le più elementari nozioni circa l’invio di un testo e/0 di immagini in formato elettronico ?

Mio commento al post: “…lo so che mi ripeto, ma i responsabili della comunicazione delle aziende clienti, quando scelgono l’agenzia, domandare “ma voi un comunicato stampa, una volta approvato, come lo mandate ?” “Se una redazione vi chiede un logo in formato vettoriale, cosa gli inviate ?” così, per curiosità…”

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La sottile differenza tra notorietà e competenza. (Lost Competence Blues)

Credo che questo post di Assodigitale si commenti da solo.

Molte aziende si affidano al nome di una “grande” agenzia e poi trascurano di verificare cosa fanno e come lo fanno. 

keep-calm-and-call-your-pr-guysForse dovrebbe essere ovvio dire che la competenza non si improvvisa, nelle media relations come  in qualsiasi attività CONSULENZIALE ; sarà bene ogni tanto farci un pensierino su questo aspetto: le relazioni pubbliche non sono un service di invio, ma qualcosa ben più di valore, un autentico motore per il business, quando svolte da professionisti autentici.

Suppongo che l’agenzia in questione sia sul mercato da molti anni, ma evidentemente, (ed è lecito domandarsi quanto spesso ciò accade) dopo i primi mesi la gestione del cliente è passata di fatto  in mani inesperte. E non si tratta solo di come è spedita una email, ma dei processi di scelta dei temi , dei contenuti, delle forme in cui questi contenuti devono essere declinati rispetto ai diversi pubblici e media,  etc. etc. Insomma della “consulenza” per la comunicazione, che viene sicuramente pagata, ma …

Dove è il valore per l’azienda ?

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Content curation

Un interessante articolo sul tema della content curation nella comunicazione.

content-curation-process

“Good content curation doesn’t consist of simply regurgitating content that others have published. Your brand story-telling must include a human element in the form of personalizing the information and making it compelling to your social media followers. Successful programs provide context and communicate it in a transparent fashion, enabling you to amplify your brand message and create passionate subscribers”

Leggi qui l’articolo completo.

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Ogni tanto un po’ di marketing…

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Ricevo e volentieri pubblico : “I dieci anni di Quorum PR: la comunicazione per l’ICT come motore per il business.” ;-)

La ““boutique agency” milanese, che celebra in questi giorni i suoi 10 anni di attività, richiama l’attenzione delle aziende sulla “qualità” della comunicazione: competenze specifiche e focalizzazione sono i fattori chiave per fare delle attività di PR un fattore propulsivo del business, efficace ed efficiente.

Quorum-rid-270Quorum PR, agenzia di relazioni pubbliche fortemente focalizzata sul mondo ICT, celebra in questi giorni i suoi primi 10 anni di attività.

Nel 2003 i 3 partner fondatori hanno portato in Quorum esperienze professionali già ampiamente consolidate, sia dal mondo della comunicazione in senso stretto che del marketing, e hanno perciò potuto offrire da subito ai propri clienti un mix di competenze capace di sviluppare una comunicazione di elevata efficacia, verso i media tradizionali, digitali e, negli anni più recenti, attraverso i social media.

Comunicare al mercato una soluzione ICT, hardware o software che sia, richiede non solo le necessarie competenze professionali proprie del comunicatore, ma anche una comprensione di base delle tecnologie e un buon livello di conoscenza delle dinamiche del mercato. Questo mix garantisce i migliori risultati possibili e assicura la corretta trasmissione dei messaggi, declinati nel modo più efficace e attraverso i canali di trasmissione più idonei.

Riguardo l’utilizzo dei nuovi media digitali e in particolare i social media, se da un lato è assolutamente vero che essi offrono opportunità straordinarie alla comunicazione, è altrettanto vero che aprire un blog, una pagina su Facebook o un canale Twitter è solo il primo passo: per comunicare efficacemente occorre saper creare valore attraverso i contenuti corretti e strutturarli sulla base delle caratteristiche dell’audience che si vuole raggiungere.

Accanto alla consulenza per quanto concerne media relations, eventi e social marketing, Quorum è in grado di offrire un supporto qualificato anche in campi come il crisis management e il business development. In quest’ultima area in particolare l’agenzia è in grado di svolgere una qualificata attività di analisi delle opportunità di mercato (scenario di mercato, quadro competitivo, struttura distributiva) e al successivo avviamento dei contatti con i target stabiliti. Quorum può quindi agire come efficace “testa di ponte”, per aziende che si affacciano sul mercato italiano, oppure intervenire come facilitatore in situazioni insoddisfacenti.

Per approfondire la conoscenza con Quorum, è naturalmente possibile visitare il sito www.quorum-pr.com , che è stato recentemente rinnovato nella grafica e nei contenuti.

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La comunicazione dell’insulto (2)

Il post di ieri sulla campagna pubblicitaria Nokia che prende pesantemente di mira i clienti di iPhone, ha ovviamente un risvolto strettamente legato alle media relations.

Durante il media training che proponiamo ai nostri clienti nella fase iniziale del nostro rapporto di collaborazione, incoraggiamo i manager a mantenere davanti ai giornalisti un atteggiamento il più possibile neutrale nei confronti della concorrenza.

Clipboard01Durate un’intervista raccomandiamo di evitare, per quanto possibile, qualsiasi riferimento diretto a prodotti e aziende concorrenti, soprattutto in chiave critica o negativa. I messaggi devono essere positivi e legati alle qualità e ai benefici che derivano dall’utilizzo dei prodotti / servizi della “nostra” azienda.

Denigrare i prodotti concorrenti, le strategie commerciali delle competitor, o addirittura i loro manager ( si è visto anche questo) genera nei giornalisti un feedback di sospetto (nella migliore della ipotesi) o spesso di pura antipatia.

L’aggressività non paga.

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Quanto è scemo chi non sceglie il mio prodotto (Insult Marketing Blues)

 

Mashable: “iPhone Users Are Mindless Zombies in New Nokia Commercial”

Insultare, dileggiare, mettere in ridicolo il prodotto del competitor, o, peggio ancora, prendersela direttamente con i clienti del competitor, credo sia uno dei modi peggiori in assoluto di comunicare.

Davvero qualche marketing manager crede che verrà venduto un solo pezzo in più per uno spot come questo ?

Pensare a come è il vostro prodotto, come si integra col Pc, se il suo sistema operativo è un fattore di successo o meno, non sarebbe più produttivo ?

Mi sa che gli zombie non sono i clienti del vostro competitor…

P.S. . non mi interessa entrare nel merito della foto con o senza flash, ne’ sostengo un telefono o un altro, ognuno sceglie quel che gli pare. Trovo improponibile la modalità.

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