PR ? Ma questo che mercato è ?

“E tu di cosa ti occupi ?”

Silenzio imbarazzato…. leggero rossore e un tremolante “Ehm…”

Il mio interlocutore coglie l’attimo di disagio e comincia ad insospettirsi…

Lo so, sarebbe semplice: ” Mi occupo di PR !”

E il mio interlocutore strabuzzerebbe gli occhi e risponderebbe “Fai il PR ??? Che bello, VIP, belle donne, discoteche, vita mondana, … ! Ma tu la conosci la Lecciso !?”

E allora ampi giri di parole per tentare descrivere il mio lavoro dandogli la dignità che, io lo so, in fondo merita. Così alla fine sospettano che sia disoccupato ma non lo voglio confessare.

“Va beh,” direte voi, “questo magari è vero in generale, però chi si occupa di marketing per professione sa di che si tratta !”

Mah, ne siete sicuri ?

Parliamoci chiaro: per quanti anni i responsabili marketing delle aziende italiane hanno avuto a che fare con simpatiche “consulenti” che si limitavano a spedire fax e poi email dai contenuti improbabili e poi giù a tempestare di telefonate i giornalisti chiedendo “Ma l’hai ricevuto il mio comunicato, è importante sai ! E ne scrivi ? E quando scrivi ?” (Il famigerato recall)

Esagero ? Sta di fatto che il risultato oggi è che mi trovo a offrire un servizio di consulenza di direzione ( e lo è anche se non ci credete…) il cui valore aggiunto percepito sta tra un servizio fotocopie e le poste italiane.

Ma dai, adesso esageri proprio ! Un marketing manager, specialmente nel mondo del business-to-business, non può non evere le idee chiare ! Le PR si pagano, e quello che in azienda viene pagato viene costantemente controllato, esaminato, valutato !”

Sicuri ? Ma sicuri sicuri sicuri ?

Va bene. L’avete voluto voi.

Trovo sul catalogo di una manifestazione il nome di una azienda del settore nel quale operiamo (l’information technology) e penso: “Questi non hanno mai comunicato, non li ho mai sentiti, mai letto il loro nome in un articolo. Sono pronti per cominciare a fare comunicazione sul serio. Con noi.”

Per scrupolo mi consulto con i miei soci. Anche loro mi guardano con aria interrogativa. “Perchè, sono nel settore ?”

Perfetto. Sono miei.

Rapida ricerca. Trovo email e telefono. Li contatto. Parlo al telefono con il direttore marketing. Dopo 15 minuti di presentazione telefonica giunge puntuale la risposta : “Ma noi facciamo già comunicazione ! Guardi, abbiamo un’agenzia con cui abbiamo un rapporto consolidato ormai da anni !”

E tu che fai ? Vorresti chiedergli “Scusi, lei paga un’agenzia, ma un meledetto ritaglio di giornale , una newsettina online, l’ha mai vista ? Quando parla con la sua agenzia, di che accidenti parla ? Del tempo ? Di calcio ? Se per caso esce un articolo fate una riunione straordinaria per festeggiare ? “

E se pensate che questa frustrante esperienza sia rara, proprio non avete le idee chiare.

E allora, direte voi ?

Ho capito. Il ruolo dell’agenzia di PR vincente è quello di trovare dotte spiegazioni che consentono all’azienda di rendersi conto che se non ha visibilità è colpa sua. E paga per capirlo.

Perciò ho deciso.
Faccio il bagnino.


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