Comunicato stampa o no ? (PR Content Blues)

Vi segnalo un nuovo momento dell’infinito (ma tutto sommato utile) dibattito sulla presunta morte del comunicato stampa a favore dell’utilizzo dei blog.

L’ultimo colpo di piccone per il povero comunicato stampa è stato sferrato con forza da Tom Foremski con un post dal titolo davvero eloquente . “Die! Press release! Die! Die! Die!”.

Tuona il buon Tom: “Press releases are nearly useless. They typically start with a tremendous amount of top-spin, they contain pat-on-the-back phrases and meaningless quotes. Often they will contain quotes from C-level executives praising their customer focus. They often contain praise from analysts, (who are almost always paid or have a customer relationship.) And so on…

Press releases are created by committees, edited by lawyers, and then sent out at great expense through Businesswire or PRnewswire to reach the digital and physical trash bins of tens of thousands of journalists. “

Da un certo punto di vista è vero, ma allora forse la questione è come vengono costruiti i comunicati stampa, quali contenuti vengono utilizzati (ammesso che ce ne siano….) e non lo strumento in se’ e per se’.

In effetti c’è qualcosa che non funziona nel ragionamento di Foremski, e il punto viene lucidamente colto dal nostro sempre attento Steve Rubel che richiama la nostra attenzione sul vero problema di fondo:

“My point here is, everyone’s blogging for a reason. Many of us, although not all, are selling something and when we blog it’s released not just to the public but to the press as well. So can we stop the blog vs. press release debate? Everything is a press release, even if it’s not formatted that way.”

Kevin Dugan rafforza il concetto e sottolinea: ” It’s the content, not the format, that’s the problem. (…) blaming the current state of PR on the news release is like blaming Enron on faulty calculators”

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