Ecco, forse è il caso di tirare un po’ le somme da tutto quello che è emerso dal caso Edelman / WalMart / Technorati e prendere deifinitivamente atto di un paio di cose.
Prendo spunto da alcune stimolanti osservazioni di Jim Nail, membro del WOMMA , sul blog di Cymfony.
Per anni e anni le PR si sono occupate di trovare interessanti e intelligenti storie da raccontare e l’angolazione migliore da proporre a media e consumatori. In fondo anche il marketing fa la stessa cosa, ma la chiamano “posizionamento”. Ogni nuova strategia parte dal presupposto che occorre magnificare le positività e negare le negatività. Esagerazione, accurata selezione dei fatti da raccontare, creazione di messaggi suadenti sono stati di fatto, sino ad oggi, la materia prima della comunicazione.
Ma il nuovo scenario, la crescente diffidenza verso la pubblicità , il desiderio di nuove fonti di informazione e di occasioni di confronto rendono questo armamentario non solo obsoleto, ma anche controproducente. Una nuova campagna, di PR o di pubblicità che sia, deve confrontarsi con atteggiamenti radicalmente nuovi e “filtri” sino a pochi anni fa impensabili.
Ormai gli esempi non si contano più.
La conclusione del ragionamento la lascio direttamente a Jim:
” Marketing and PR have been on autopilot for decades. The collision warning system just alarmed us that we’re heading straight into the side of a mountain.”
Immagine di James Marsh
Enrico, mi sfugge la montagna, fuor di metafora qual è per te la montagna?
Beh, direi che la montagna sono i “consogger” o “bloggumer”, i consumatori blogger, (carini i miei neologismi eh ?)
Le aziende non si possono più permettere di prendere in giro i clienti (i fake blog), non possono fare finta di non avere combinato dei guai (Sony BMG, Nestlè), e via dicendo. Insoma non possono più mancare di rispetto ai propri consumatori, o ci sbatteranno sempre più violentemente il muso.
allora agli studenti di mktg e comunicazione dovrebbero dare le comunicazioni di emergenza, come ai passeggeri al decollo
No, perchè, se hanno studiato bene, si sono già buttati col paracadute…
Enrico, mi piacerebbe moltissimo condividere appieno il tuo punto di vista. Mi sembra però ancora lontano il tempo in cui le aziende non potranno più mancare di rispetto ai loro clienti, almeno in Italia.
Verissimo Carlo, infatti la mia osservazione è valida più per il futuro (non so onestamente quanto prossimo) che per il presente, e certo in Italia non siamo messi benissimo…
torno a commentare qui dopo una vita…e cosa ti scopro? Un’aforisma degno di attenzione:
No, perchè, se hanno studiato bene, si sono già buttati col paracadute…
Enrico vedo con gioia che almeno tu credi nella prossima sfornata di comunicatori per migliorare il mondo della comunicazione. Comunicatori che, non dimentichiamolo, saranno (saremo) in gran parte i primi ad aver studiato *direttamente* Comunicazione senza esserci arrivati da altre discipline