Leggevo oggi sul Corriere della Sera di una rapina a Milano finita in burla.
L’apprendista rapinatore ha tentato la sorte in una banca, presentandosi “armato” di una pistola finta, fatta in casa con qualche materale plastico. Forse l’agitazione, forse la febbre dell’emozione che ha fatto salire la temperatura, fatto sta cha la minacciosa arma si è letteralmente “squagliata” nelle mani dell’incauto bandito, e impiegati e clienti hanno vista la canna della pistola piegarsi tristemente verso il pavimento. La tensione si è “sciolta” e lo pseudo-rapinatore è fuggito tra la rilassata ilarità del pubblico.
Questo episodio mi ha fatto immediatamente tornare alla mente certi strani comunicati stampa (con annesso sito) e certi fantasmagorici tecno-banner. (ne ho parlato qui sotto).
La comunicazione di quelle aziende e delle loro agenzie (di PR o di pubblicità che siano) è esattamante come quella pistola. E’ comunicazione solo se vista per un attimo e da lontano: avvicinadosi anche solo un po’ ci si rende conto di quel che è in realtà: un festival di approssimazione, mancanza di conoscenze di base e una boria senza limiti.
Ma tant’è: finchè c’è chi paga fionde e affini come fossero carroarmati e bombe intelligenti, continueremo a commentarne delle belle.