Uccidiamo il mito e subito. (Blogging PR Blues)

La blogosfera, e i social media in genere, mi ricordano tanto Flash, la tecnologia di web-animazione che ha sicuramente rappresentato un momento importante nella storia dello sviluppo web. Me lo ha fatto venire in mente un post di Enrica Orecchia.

Forse mai come con Flash una tecnologia così ricca di opportunità e affascinante, è stata immediatamente mitizzata, e identificata come la panacea che avrebbe reso meravigliosa e indimenticabile qualsiasi cosa dovesse andare online, e quindi utilizzata con il massimo sproposito possibile, dove non andava, dove non serviva, dove complicava la vita invece di arricchire la “web experience”. Credo che l’ 80% dei siti in Flash che ho visitato (e sono ottimista) siano un incubo dal punto di vista della navigazione. Non parliamo della famigerate “intro” in Flash; specialmente quando non c’è il famoso “Skip intro”.

Ora, tutto questo mi riporta ai social media e all’impatto che devono avere sul modo di gestire la comunicazione in generale e le relazioni pubbliche in particolare. Qualcuno, come Stowe Boyd, ritiene che le aziende dovrebbero semplicemente piantarla di emettere comunicati stampa e utilizzare il blog, punto e basta. Ecco, credo che questo sia mitizzare la blogosfera e semplificare davvero un po’ troppo.

Non c’è dubbio che i contenuti possono e devono esser trasferiti al nostro beneamato target utilizzando “anche” una bella stringa RSS, ma questo non può diventare l’unica modalità di trasmissione. Da un settore all’altro, da un giormalista all’altro, il ventaglio del mix ottimale, dove vediamo , ad esempio, su un estremo posta e fax, e dall’altro un podcast, è ampissimo. E non vedo motivi per eliminare una cosa o l’altra. Come dice il buon Shel Holtz :

“Companies that don’t pay attention to social media do themselves a disservice. But as Mitch Joel notes (..) “Everything is ‘with,’ not ‘instead of.’”

Le questioni davvero fondamentali rimangono due: il valore dei contenuti e la coerenza tra le modaltà preferite di ricezione del destinatario e quelle di invio, nella forma e nella tecnologia specifica.

E permettetemi di immaginare (e sperare) che anche un giornalista iper-tecnologico, focalizzato ad esempio sul mondo Linux, preferisce ricevere un piccione viaggiatore con un messaggio interessante piuttosto che un feed RSS pieno di stupidaggini.

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7 risposte a Uccidiamo il mito e subito. (Blogging PR Blues)

  1. Enzo Santagata scrive:

    Spesso mi capita di avere un’opinione in merito ad una cosa. Poi me la dimentico, ma quando leggo post come questo, tutto si risveglia e mi dico: non avrei saputo spiegarlo meglio.

    Bellissimo post Enrico. Da consigliare ai “blogger” (o “abbienti un blog” se preferiscono) che farebbero aprire un blog pure alla nonna centenaria, se fosse necessario.

  2. Enrico scrive:

    Grazie Enzo, ne ho parlato anche nell’intervista a Wired ….. ;-)

  3. Enrica Orecchia scrive:

    Qualunque nuovo prodotto tecnologico al suo apparire provoca deliri e fanatismi in molti, per cui il prodotto diventa una specie di vitello d’oro da adorare in sé, dimenicandosi completamente dell’uso per cui è nato. Cioè diventa fine a se stesso, perdendo la sua funzione di strumento creato per permettere di fare qualche cosa. Pensiamo ai cellulari, le cui caratteristiche fin dall’inizio (ma il fenomeno continua ancora adesso a distanza di anni) sono state – e continuano a essere – oggetto di discussioni di gruppo che si possono sentire un po’ d’ovunque (ieri ho assistito a una discussione sul bluetooth portata avanti con un’animazione da bar sport il lunedì dopo un derby da scudetto). Poi magari le telefonate sono un corollario di sciocchezze, però il telefonino è l’ultimo modello full optional. Per assurdo potremmo dire che il mezzo è il messaggio, ma nel senso che il messaggio non importa che ci sia, tanto c’è già il mezzo. Con Flash ritengo sia successa la stessa cosa: gli effetti speciali che mandano in sollucchero tanti webmaster che ci si buttano a pesce stordiscono chi guarda, nascondendo (spesso) la mancanza di contenuti. E’ il rischio che corrono quelle che aziende che affidano (per volontà di risparmio o incompetenza) la realizzazione del proprio sito in toto a un webmaster, che sarà anche un mago della tecnica, ma non sa mettere giù i testi in modo decente, non conosce la loro strategia comunicativa globale, non sa che cosa vogliono dire al loro pubblico.
    Sotto il vestito (Flash) niente.

  4. Stefano Fait scrive:

    Sante parole. Qualche mese fa, sul nostro blog (www.laboratoriocomunicazione.it) si era cercato proprio di approfondire l’evoluzione della comunicazione on-line delle aziende. Ricordo perfettamente lo stupore e la meraviglia per le prime animazioni in flash tant’è che mi ero “armato” di manuale per capirci un pò di più. A distanza di anni, mi riempio di puntini rossi e strane macchioline :) ogni volta che vedo caricarsi un’introduzione in flash!
    Non penso, ad ogni modo, si possa realmente paragonare i blog (ed i social media in generale) a flash in quanto sono ancora convinto che, integrati (e sottolineo integrati) ai mezzi di comunicazione classici, offrono a professionisti ed aziende una possibilità in più per relazionarsi con clienti, opinion leader e stakeholder.
    Qualche mese fa si parlava di come il web stesse soppiantando, ad esempio, la carta stampata (vedi le numerose testate giornalistiche che progressivamente abbandonano le rotative per i byte) ed i blog sembravamo spingere in questa direzione. Appunto…sembravano!

    Segnalo, per non dilungarmi troppo, due post in cui commento quanto appena scritto.

    La vita breve del blog.
    http://www.laboratoriocomunicazione.it/2007/04/la-vita-breve-del-blog.html

    L’azienda comunica…online!
    http://www.laboratoriocomunicazione.it/2006/12/lazienda-comunicaonline.html

  5. Enrico scrive:

    @ Stefano: certo, anch’io sono fondamentalmente ottimista sul futuro dei social media nella comunicazione,e non penso che tra qualche anno ci daranno l’orticaria… però in giro si vedono già troppi utilizzi “rocamboleschi” di blog e affini, e approcci davvero maldestri (fake blog, esuberanti comunicati stampa via email ai blogger, i commenti travestiti, etc etc) e quanto prima si chiariscono le cose, meglio è, perle aziende e per i comunicatori.

  6. Stefano Fait scrive:

    Assolutamente d’accordo, anch’io sono fiducioso a patto che si capisca il senso delle cose e, soprattutto, di qual’è la via d’utilizzo corretta di questi strumenti.
    Vorrei sottolineare ciò che dice Enrica: nella costruzione del sito web aziendale è fondamentale la figura di un professionista della comunicazione. Da oltre un anno collaboro con un onorevole per la gestione del suo sito personale ed ho riscontrato proprio questi problemi: il webmaster gli aveva messo in mano degli strumenti autogestibili (inserimento notizie, blog, newsletter) ma di fondo non c’era nessuna strategia comunicativa così che il sito in poco tempo si era trasformato in un enorme contenitore disordinato di documenti e news, il blog era un semplice “muro” su cui lasciare un pensiero e la newsletter sfiorava lo spam. Detto questo, si può parlare di volontà da parte dell’azienda (o del personaggio politico come in questo caso) di non affidarsi ad un professionista solo per risparmiare? Io penso non sia così (o almeno non sempre). Penso invece che queste aziende non siano consapevoli che questi usi scorretti del sito (o del blog) non solo non producono benefici bensì veri e propri danni all’immagine ed alla reputazione aziendale.

  7. LucaCrivellaro scrive:

    Dico anch’io la mia. Un paio di anni fa, nella mia più totale ignoranza in fatto di internet, ogni volta che vedevo un sito in flash, rimanevo piacevolmente stupito, ritenendo che appartenesse certamente ad un’azienda all’avanguardia, che “fa le cose fatte bene”.

    A due anni di distanza invece, capisco benissimo quanto vuoi dire, Enrico: i contenuti lasciano sempre più lo spazio all’immagine, a scapito della fruibilità, con conseguente affollamento di informazioni nella rete.

    L’importante è “esserci”, senza però considerare che in seguito alla creazione di blog e siti ci deve essere una cura costante e un’organizzazione seria e continua!

    Penso comunque che un sito ben fatto in flash, ben organizzato, sia sempre un passo avanti rispetto agli altri. Ma è per pochi…Mi piace pensare che Flash sia un cavallo di razza, affascinante, ma non gestibile da chiunque!