Qualche ulteriore precisazione sul post di ieri sulle strategie di Confcommercio nei confronti dell’e-commerce. Grazie alla cortese e veloce collaborazione di Barbara Bonaventura, dell’ufficio stampa della AICEL (Associazione Italiana del Commercio Elettronico) posso riportarvi alcune considerazioni dell’ Associazione stessa:
” (…) In realtà, i dati presentati dalla ricerca della Confcommercio fotografano appieno l’irregolarità delle compravendite che avvengono senza nessun tipo di controllo attraverso i portali di aste on-line.
Non a caso nella suddetta indagine la contraffazione distribuita su Internet viene equiparata alle vendite degli abusivi, spesso stranieri legati alla criminalità organizzata.
‘I negozi on-line regolari, sono soggetti a verifiche puntuali e accertamenti certosini.’ Spiega Andrea Spedale, presidente di AICEL ‘Motivo per cui questo tipo di illegalità danneggia in primo luogo proprio gli operatori professionali del settore. Lascia piuttosto perplessi la facilità con cui il singolo cittadino può acquistare merce palesemente contraffatta attraverso le aste on-line. I falsi sono sotto gli occhi di tutti e non ci sono azioni specifiche di contrasto’.”
E ancora:
” (…) Mentre i negozi on-line vengono controllati, ci sono altri canali di vendita completamente senza verifiche. Canali dove chiunque può vendere riproduzioni, copie e falsi senza incorrere in nessun tipo di sanzione. Il tutto senza garanzie, senza tutele a discapito della sicurezza e della salute degli acquirenti. AICEL richiede l’impegno attivo da parte di tutti -operatori e consumatori – in quanto la contraffazione non solo è un reato, ma anche un calcio nel sedere alla cittadinanza onesta. Se nella navigazione entrate in contatto con annunci o proposte commerciali di prodotti contraffatti scrivete senza esitazioni a sos@gat.gdf.it,
La legalità è la norma, non l’eccezione.”
AGGIORNAMENTO 26 Ottobre: l’altro giorno avevo inviato un email a Luca Conti chiedendogli cosa ne pensava di questa faccenda e Luca ha pubblicato questo bel post.