La Mela e l’UGC (Apple Lawyer Blues)

Ci sono aziende da cui davvero non te lo saresti mai aspettato.

Ci sono brand con un profilo così (apparentemente) solido e definito che potresti scommettere sulla testa dei tuoi figli che certi atteggiamenti verso i propri clienti non li potrebbero avere nemmeno per scherzo. 

Eppure…

Una bimba di americana di 9 anni, Shea O’ Gorman, entusiasta del suo iPod Nano pensa che se ci fossero anche i testi delle canzoni da leggere sullo schermino sarebbe davvero perfetto.

E cosa fa la nostra piccola ? Scrive tutta entusiasta una bella letterina al signor Steve Jobs, e gli lancia la sua idea, il suo contributo.

User Generated Ideas.

Capito ? Fantastico, direte voi, le avranno mandato un iPhone in omaggio, o magari un credito per iTunes…

Beh, dopo tre mesi arriva una lettera da Apple. E tutta la famiglia trepidante si stringe attorno a Shea per leggere la risposta di Steve.

Ma non era Steve.

No, le ha scritto l’avvocato.

E l’avvocato di Apple intima alla piccola di non provarsi mai più a inviare suggerimenti non sollecitati e se vuol sapere il perchè, si può andare a leggere sul sito le pagine dove la policy dei signori di Cupertino viene chiaramente esplicitata. Tanti saluti.

Qui la storia e il video

Via Punto Informatico

 

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3 risposte a La Mela e l’UGC (Apple Lawyer Blues)

  1. marco bardus scrive:

    certo, apple non ha fatto una bella figura. forse sarebbe bastato spiegare alla bambina che la funzione è già supportata per gli iPod nano e video. Se copi i testi delle canzoni nella tabella informazioni del file mp3 gestito da iTunes si possono leggere…

  2. Enrico scrive:

    Marco, il problema non era spiegare che la funzione c’era già, era gratificare la passione del cliente per il brand, una dimenticanza davvero grave. Rispondere alla passione per il brand con una diffida dell’avvocato….

  3. Enrica Orecchia scrive:

    La storia avrebbe dell’incredibile se non ci fossero le prove.
    E’ una dimostrazione della fragilità del brand e della reputazione di un’azienda, che sono appesi a un filo: attenzione, care aziende, a chi affidate i posti di responsabilità (sicuramente la pratica all’avvocato non l’ha passata il centralinista) perché potrebbe mandare in fumo il lavoro di anni (e di altri molto più competenti). La Apple ha fatto proprio una figuraccia (brava Shea a farlo sapere in giro, quando è troppo è troppo), giusta nemesi per aver messo un cretino in un posto di responsabilità.