Trasparenza, questa sconosciuta (PSP3 Blues)

Come forse alcuni di voi ricordano, mi sono occupato a più riprese della faccenda relativa alla retrocompatibilità di Sony PSP con i giochi delle versioni precedenti, un problema di cui si erano occupati anche quelli di Altroconsumo, cha denunciarono la cosa all’Antitrust.

Bene, leggo oggi su Punto Informatico che “….Il colosso del gaming è stato condannato dall’Antitrust italiana a pagare una multa di 48.600 euro, irrogata per aver diffuso messaggi pubblicitari ingannevoli riguardo alla retrocompatibilità del prodotto.”

E’ interessante analizzare le motivazioni:

“L’autorità ha espresso il suo parere in materia: i messaggi pubblicitari relativi alla nuova versione di Playstation “indicata con il numero progressivo “3″ oltre che con affermazioni tese ad evidenziare le sue migliorie (…) sono idonei a ingenerare nei destinatari l’idea che il prodotto rappresenti un’evoluzione di precedenti versioni, per ciò solo in grado di garantire un’assoluta retrocompatibilità con i giochi già in commercio”. Il messaggio pubblicitario, ha stabilito il garante, è ingannevole nel momento in cui non avverte l’utente della necessità di verificare la retrocompatibilità della console.”

Come sottolinea Gaia Bottà, si tratta di un precedente davvero significativo. 

Non è certo per la multa (che è un granello di polvere rispetto al budget promo-pubblicitario della Sony, ma è interessante che venga sancito e riconosciuto ufficialmente un principio di trasparenza della comunicazione.  Non so se qualcuno sarà in grado di recepirla in Sony, visti i precedenti, ma è un passo.  

L’articolo di Punto Informatico

 

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