Social Media Intrusion (Facebook Blues)

Un articolo del Washingon Post ( che scopro via Joel Ceré) getta una inquietante luce su Facebook Beacon, la piattaforma di advertising del social network del momento.

Sembra che il meccanismo sia parecchio intrusivo e pertanto parecchio poco 2.0. 

Ancora una volta ribadisco che le aziende devono finirla di pensare che tutto quello che funziona online deve divenire media pubblicitario.  Certo, è comodo pensarlo, ed evita di dover imparare a interloquire e confrontarsi da pari a pari con blogosfera e social network.

E’ la pia, patetica e insulsa illusione di chi crede di poter comunque prolungare (con trucchi, contorsioni e travestimenti) l’agonia di un modello di comunicazione che con blog e social network non può avere più nulla a che fare.

Amen.

  

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7 risposte a Social Media Intrusion (Facebook Blues)

  1. dotcoma scrive:

    io direi che il vecchio modello è in contrasto proprio con Internet, o almeno, insomma, con quello che Internet è per noi e che credo e spero sia già almeno in parte diventato e diventerà anche per una discreta fetta di quelli che sono stati portati online dalle telepromozioni stile vendita dei materassi di Jumpy e che oggi magari bazzicano su Splinder (il che è un bel passo in avanti, diciamocelo :)

    sui SN, però, mi piacerebbe aprire una parentesi, qui o altrove, e cercare di capire cosa sono davvero, se sono qualcosa di nuovo davvero oppure no. Per come li uso io, non lo sono. Per come li uso io, sono un mix fra Y!Mail e il MyYahoo, ma meno utile perchè più che email, ho messaggi di gente che vuole diventare amici (anche se non li conosco, magari) che mi invitano a improbabili gruppi e petizioni, che vuole fare il vampiro e simili cagate, e inoltre ho ancora più feed e cazzatine varie di quelle che riuscirei ad aggiungre in una settimana di lavoro sul MyYahoo.

    La domanda per me è: per uno o una nato/a nel 1990, cos’è Facebook? E’ qualcosa di simile a cosa è per me la blogosfera e a cosa furono per tanti i newsgroup oppure più simile a cosa fu magari MTV per noi? Quanto è davvero un ambiente di conversazioni, lavoro, darsi una mano a capire il mondo e quanto invece solo un passatempo per giornate di noia o un sito per cuccare un po’? (mentre vivi in un campus universitario con 20.000 studenti. ah, sti amereggani! ;-)

    Perchè se è più simile a MTV, la pubblicità, gggiovane, magari, ci sta tutta.

  2. Enrico scrive:

    …e un’altra domandina l’avrei: ma un modello di business per i SN che non sia sostanzialmente pubblicitario, ma, che so, legato a servizi, proprio mai ? Magari a uno nato nel 1960 interesserebbe… (ma forse sono l’unico)

  3. dotcoma scrive:

    Enrico, cosa intendi per ‘servizi’ ?

  4. Enrico scrive:

    intendo qualcosa che costituisca per me, per i miei interessi, o per la mia professione un servizio, un vantaggio, un valore aggiunto.

  5. dotcoma scrive:

    cioè, i vampiri, hot-or-not, brain-game, i-wanna-get-laid, twitter e poke-pro non ti bastano? ;-)

    ma che professione fai?

  6. Enrico scrive:

    magari qualche “social game” in più non guasterebbe… ;-) )) e poi chi ti ha detto che io lavoro ?!?!?!

  7. [m]m scrive:

    …pero’: non è che stiamo pretendendo da facebook di piu’ di quello che pretendiamo dal resto dei siti web o nel mondo fisico? Davvero crediamo che i dati che lasciamo in infinite transazioni non vengano studiati, analizzati, distribuiti? E se è cosi’, davvero il fatto che i miei amici sappiano che ho noleggiato il gladiatore è cosi’ grave rispetto al fatto che qualcuno mi chiami a ora di cena anche se ho scritto dappertutto che non voglio telemarketing, per nessun motivo?
    Per quanto riguarda il modello di business, al modello a pagamento dei servizi non credo. Su quello pubblicitario tradizionale prima o poi qualcuno capirà che serve a poco investire in banner, quindi il dubbio rimane.