Comunità online e feedback (Community Marketing Blues)

Uno stimolante white paper prodotto da Vovici   (scaricabile da Tmcnet qui) analizza alcuni aspetti delle attività di marketing rivolte alle comunità online.

Ci sono diversi passaggi che meritano approfondimento, e qui ve ne propongo in particolare due:

(…)

“The emergence of the online community has created a new opportunity for collecting meaningful and consistent feedback. While many associate the term community with social networking communities, like MySpace® and Facebook, companies and government agencies have seized the concept to create online communities of interest consisting of key stakeholders such as customers, constituents, employees, and partners.”

(…)

“Developing respondent panels from communities of interest also helps these communities grow and flourish. One important element for a community to thrive is the shared sense of presence and influence. This is achieved when the community understands the impact they have, as a collective body, in shaping the organization. Organizations communicate on a one-to-many basis with the community through numerous communication channels, and many-to-many communication exists through the indirect feedback and peer-to-peer communication inherent through blogs and forums. But a true community voice—the previously missing many-to-one communication back to the organization—is established when there is regular and consistent feedback. When community members see real evidence that the community has influence, it deepens their commitment to the process and encourages involvement.”

Sorge spontanea la domanda:  ma realtà come Facebook o Linkedin sono proprio ”comunità online” ? E di conseguenza come  si dovrebbero articolare azioni di comunicazione e marketing ? E hanno senso ?

 

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Una risposta a Comunità online e feedback (Community Marketing Blues)

  1. giuliana scrive:

    io farei intanto una distinzione: facebook e linkedin nascono con obiettivi diversi, e in questi risiede il loro “essere comunità”.
    di conseguenza, ogni azione di marketing va calibrata in modo diverso. se facebook, ad esempio, si presta molto bene alle azioni di viral marketing (in fondo si tratta di una piattaforma su cui girano applicazioni), linkedin non è il luogo ideale per un approccio di questo genere, essendo essenzialmente un network di (network di) professionisti.
    su facebook ti segnalo questo post: http://6punto0.wordpress.com/2008/01/26/marketing-application-su-facebook/, documentato e con i riferimenti principali. trovi molto su questi temi sul sito di forrester (http://www.forrester.com/rb/research).
    seguirò la conversazione, mi interessa molto!