Certo, naturalmente, ci mancherebbe: i blog, le stringhe RSS, il multimediale… tutto molto 2.0, per carità, va benissimo.
Ma, vi prego, un’occhiata anche ai contenuti, ogni tanto, non guasta.
Facciamo un esempio a caso, le aziende del mondo ICT, che di cose ne devono spiegare parecchie e a pubblici diversi.
I prodotti, le applicazioni a volte non sono proprio di immediata comprensione, bisogna far capire nel modo più semplice e lineare possibile, (comprensibile anche per qualcuno che non è un ingegnere nucleare, ma che in azienda sarebbe interessato a quell’area di intervento) cosa fa quella soluzione e quali sono i benefici concreti.
Magari bisogna anche domandarsi se sto parlando ai potenziali clienti o al canale o ai business partner, perchè non è che messaggi, strumenti e linguaggio siano sempre gli stessi.
E invece, nel mio feed reader piombano puntualmente comunicazioni che tutto potrebbero fare, tranne che essere , come dovrebbero e potrebbero , un motore di business.
Comunicati con titoli di 4 righe (praticamente una news) dove si vorrebbe dire tutto sin dal titolo. A seguire interminabili autocelebrazioni, improvvise impennate di linguaggio tecnico e righe intere di acronimi . Poi le immancabili quotation: come siamo contenti, abbiamo fatto questo prodotto perchè siamo convinti che i clienti ne avranno dei vantaggi (ma và ?!) etc.
Le aziende italiane, sopratutto piccole e medie non hanno un rapporto fantastico con l’information technology.
Le aziende IT spesso si sorprendono: “Guardi, con questa soluzione una piccola azienda potrebbe mettere in piedi questo servizio che nemmeno certe grandi… ma non lo capiscono…”
Allora, facciamo una riflessione: sono le aziende ad essere così dure di comprendonio, o bisogna forse imparare a parlare con loro attraverso contenuti e strumenti adatti ?
Vedete voi…
Grazie mille di essere passato.. fa sempre bene un bel commento