Un provocatorio e appassionato post pubblicato in A view on PR from Silicon Valley di Tim Dyson, merita più (molto di più )di una riflessione.
Tim osserva come la vecchia espressione “nessuno è mai stato licenziato per aver scelto IBM” sembra più che mai in auge in queste settimane.
Molte grandi aziende rivedono i propri programmi di marketing e comunicazione e mettono in discussione i propri partner e fornitori .
Il problema è che spesso i criteri di selezione non sembrano essere basati su quali idee e proposte faranno la differenza per il loro business, o dove sono i consulenti più adatti e competenti per lavorare nel mercato in cui operano, per tipologia di prodotto e nello specifico Paese. I criteri sembrano invece orientati alla mera dimensione e al "prezzo apparente”
In realtà le aziende hanno soprattutto bisogno di persone creative, competenti e attente a quello che succede nel mondo dei media vecchi e nuovi, che, come sottolinea Tim, “ love to get their hands dirty. In short they need results”
Ma i meccanismi imperanti sembrano essere diversi.
Accade che molti uffici acquisti amano i contratti globali con le grandi agenzie: vedono soprattutto i vantaggi (apparenti) della centralizzazione. Al tempo stesso, ovviamente, le grandi agenzie “vendono” l’idea di una “ottimizzazione dei costi” e di una “miglior integrazione”
Conclude (amaramente) Tim:
”Smaller, more agile agencies are full of practitioners that love the craft of PR and will give their all to the task, not just the hours they are obliged to provide within the contract.
Small and mid-sized agencies will likely suffer during the next twelve months as some large companies run for the apparent safety blanket offered by large agencies. In time they will learn what they learned in better economic times – that they need an agency, or agencies that can really engage with their different business units and can make a real difference to their success. Sadly it seems that for now though the smaller agencies will have to sit tight and focus on smaller clients that understand the difference between price and value.”
O no…?