Alla fine succede sempre. Anche con i migliori clienti.
Succede che in azienda accade qualcosa che viene percepito internamente come un fatto importante, significativo. Qualcosa per cui il marketer aziendale (o chi per lui) va in fibrillazione e si convince che questo fatto costituisca un “contenuto” assolutamente rilevante per il mondo esterno, che è assolutamente necessario trasferire al di fuori dell’azienda.
Si opera in sostanza una traslazione del valore della notizia da interno a esterno, e si crea attorno ad essa una (pericolosa) aspettativa in termini di attenzione dei media e dei relativi risultati di copertura.
Questa aspettativa si traduce poi in uno sforzo richiesto all’agenzia di PR per produrre quei risultati che in realtà non era lecito attendersi.
Sono evidenti gli svantaggi derivanti da questo genere di situazioni:
- i consulenti di comunicazione (o chi per essi) investono tempo, energie e risorse verso un obbiettivo scorretto
- si crea un inutile e in realtà ingiustificato senso di frustrazione per i risultati ottenuti (che non possono che essere scarsi)
- si sottopongono i giornalisti coinvolti ad un inutile ed esasperante lavoro di sollecitazione per ottenere il famigerato “articolo”, ingenerando quindi fastidio e antipatia verso l’azienda e verso l’agenzia, mettendo inutilmente a rischio la qualità dei rapporti con i giornalisti stessi.
- si perdono di vista altri stakeholders (diversi dai media, ad esempio dipendenti o fornitori), sui quali sarebbe invece stato utile concentrarsi.
Mi rendo conto che chi vive intensamente al vita aziendale possa facilmente cadere in equivoci di questo genere, ed è importante che il consulente esterno abbia il coraggio di chiarire da subito cosa sta accadendo: è un servizio che rende al cliente e a se’ stesso, anche se non è sempre facile ne’ piacevole “smorzare ” gli entusiasmi.
Un post che sottoscrivo. Quante volte è capitato a qualcuno di noi di dover convincere un cliente del fatto che aver implementato un nuovo software aziendale o aver investito un budget in formazione sono notizie per l'azienda e per nessun altro? Sguardi perplessi, come a dire: cosa ti pago a fare se non riesci a dare visibilità a queste "notizione"? Ma il nostro lavoro è anche questo. E sono discorsi da fare subito, con chiarezza e un po' di faccia tosta. Le false aspettative possono creare veri problemi in breve tempo. L'aprioristico "sicuramente usciremo sul Sole 24 Ore" però l'ho sentito troppe volte, spesso senza neanche sapere quale notizia spingere. Esempio di notizia non notizia: da poco ho aperto un mio blog, Libero Non Professionista (http://liberononprofessionista.blogspot.com). Se vuoi darci un'occhiata, Enrico, sei il benvenuto!
Riccardo, la tua notizia ha fatto centro. Presto il tuo blog tra i miei preferiti Non è un "ritaglio online" da strapparsi i capelli, però… Ciao !
Ciao Enrico, ti ringrazio! E visto che la mia chioma non è più quella dei vent'anni, va ancora meglio se non mi devo strappare i capelli!;-)
A presto!
Applausi.