Avevo pensato molte volte di scrivere un post del genere… poi, come spesso accade ecco che qualcuno, gentilmente me lo sforna più o meno come l’avevo in mente.
E’ quello che mi è successo leggendo questo post inititolato Quando il Social Media Marketing inizia a far danni.
La provocazione di Riccardo Esposito si può forse sintetizzare nella frase “… il Social Media Marketing non è il mondo dei balocchi.”
E non c’è dubbio, guardandosi attorno, che qualcuno deve averlo pensato e deve aver creduto che bastasse utilizzare un tecnologia, un format, per divenire immediatamente e proficuamente “2.0″.
Sottolinea Riccardo: “… gli account Twitter rimangono pagine mute con 2-3 tweets che condividono pochi link, le Facebook Fan Page si trasformano in un guazzabuglio di interventi senza senso e i blog… beh, i blog nascono e muoiono in poche settimane”.
Come ho già scritto parecchie volte, la questione è culturale e strategica.
Abbracciare il concetto “markets are conversations” nella propria attività di marketing significa cambiare il proprio rapporto col mercato, implica che si abbiano obbiettivi chiari e definiti e una strategia complessiva (non solo online) per raggiungerli, occorre avere ben presente che il livello di impegno dell’azienda deve essere totale e a tutti i livelli, che si dovranno mettere a disposizione risorse umane e finanziarie adeguate a sviluppare in modo continuativo le attività intraprese: insomma un impegno tutt’altro che facile.
Se si cade nell’equivoco di aver trovato media pubblicitari molto trendy e a basso costo, dove tutti accorreranno entusiasti verso il vostro brand solo perchè siete lì, i danni arriveranno.