Il post di Dario Salvelli sul concorso fotografico Leica 24×36 (lo trovate qui) ripropone un tema a me molto caro, ovvero la differenza tra 2.0 “sostanziale” e 2.0 “tecnico”.
Non entro nel merito del caso specifico, e mi limito ad alcune osservazioni.
Il fatto di utilizzare come piattaforme di marketing social network e affini non significa che ci troviamo di fronte a una “market conversation” (lo spirito del vecchio caro Cluetrain Manifesto torna sempre in ballo…).
L’amara (e banale) verità è che si possono fare cose molto vecchie utilizzando tool molto nuovi.
Facebook e Twitter possono pertanto essere semplicemente una facciata dietro cui in realtà si scoprono logiche di marketing e comunicazione vecchie e logore.
Varrebbe la pena di ricordare che qualcuno prima o poi se ne accorge, e la ricaduta non può certo essere positiva.
Facendo una sorta di parallelo per il mondo delle PR e di ciò che si comunica verso i media, tutto questo significa, ad esempio, che forse un giornalista (estremìzzando un po’ il concetto) preferirebbe ricevere un fax con dei contenuti rilevanti che un mare di stupidaggini sotto forma di “social media press release”. O no ?…..
(la splendida foto è di Martin Marcinovsky)