Piccole cose molto importanti (Tiny PR Things Blues)

Se oggi chiedete a un responsabile marketing di un’azienda qualsiasi, B2B o B2C che sia,communications quali sono le competenze che vuole trovare in una agenzia di PR o di comunicazione in genere, sicuramente indicherà tra quelle chiave la conoscenza dei meccanismi e delle dinamiche della comunicazione sui social media, Facebook e Twitter in testa, la creazione e la gestione delle comunità online, la gestione dei contenuti sul web, etc etc .

Tutto assolutamente corretto. ( e molto trendy…)

Però…

Da varie testimonianze di giornalisti di ogni ordine e grado, colgo un paio di spunti per ricordare che comunicare con efficacia richiede anche altre capacità e competenze, che sembrano forse assolutamente minori, banali, superflue, volgarmente “artigianali”….ma che a pensarci bene sono spesso determinati per raggiungere buoni risultati. Ne cito giusto alcune in ordine sparso.

1. L’italiano. E non sto parlando solo di ortografia e congiuntivi (anche quelli contano comunque). Sto parlando, ad esempio, della pessima abitudine di tradurre dall’inglese in modo pedissequo e quasi letterale i comunicati stampa. “Localizzare” un testo vuol dire renderlo pienamente fruibile utilizzando la propria lingua nella sua forma migliore, operando perciò tutte quelle modifiche lessicali e di costruzione che lo rendono chiaro e scorrevole.  

2. Competenze grafiche. Non sono un maestro di grafica digitale, ma se un giornalista mi chiede un JPEG a alta o bassa risoluzione so di cosa sta parlando e sono in grado di inviargli l’immagine corretta. Anche saper distinguere tra una bitmap, un file compresso o un file vettoriale si è rivelata una competenza preziosa: non avete idea di quante pubblicazioni  si possono perdere per questioni di questo genere. Anche un minimo di capacità di fotoritocco veloce non guasta. (Un giorno poi qualcuno mi spiegherà perché tanti inviano le immagini solo dopo averle impastate dentro un file Word, giuste per renderle inutilizzabili…)

3. I tempi di reazione. Molte volte ho ricevuto ( con mio grande stupore) ringraziamenti particolarmente calorosi dai giornalisti per aver risposto “così velocemente” alle loro richieste. Ora, io trovo sia parte fondamentale del nostro lavoro offrire un supporto a chi lavora nei media, soprattutto quando ha evidentemente intenzione di parlare di un mio cliente….   pare invece che la norma sia rispondere dopo giorni (quando viene data una risposta). Non posso fare a meno di domandarmi cosa accidenti fanno di così più importante per i loro clienti gli account delle agenzie in questione, se trascurano l’ABC del loro mestiere… E se non ho sottomano ciò che il giornalista mi chiede, trovo doveroso rispondere subito e dire:  “non ce l’ho ma lo cerco e ti so dire entro quando te lo mando”, oppure “mi spiace non posso aiutarti”.

Buon weekend a tutti.

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