Il buon Steve Rubel dalle pagine di Adage lancia un monito che vale a la pena di ascoltare con attenzione e induce a più di una riflessione.
Steve sottolinea come la rapidissima evoluzione delle tecnologie rischi (come è già accaduto in passato) di spiazzare i marketer che si trovano a muoversi in un nuovo, affascinante ma insidioso e sconosciuto ambiente: gli app-store.
Rubel ammonisce sul fatto che ci si trova ancora talmente immersi nella lotta per la conquista delle prime posizioni in ambiti come il search e i social networks, che si può perdere di vista un cambiamento epocale, ovvero l’avvento di quello che il CEO di Forrester, George Colony , chiama l’App Internet.
Colony avverte che il web è ancora vivo e vegeto , ma si sta trasformando : “It’s the software on top that will change,”
Gli analisti di Flurry hanno recentemente evidenziato come i consumatori americani hanno passato mediamente 94 minuti al giorno sulle loro app mobili contro i 72 passati sui loro mobile browser. E questo gap ha conosciuto un notevole sviluppo negli ultimi mesi.
Altro aspetto fondamentale è che si sta parallelamente riducendo il tempo dedicato all’accesso al web via PC.
Considerati insieme questi fenomeni indicano che si stanno rapidamente formando nuovi comportamenti e abitudini che potrebbero mettere letteralmente a soqquadro l’intero ecosistema del marketing.
Rubel osserva come le più recenti startup siano state particolarmente reattive in questo senso , e cita Instagram, che ha creato un social network mobile-centric, E Facebook ha dovuto acquisirlo dato che era di fatto il suo maggior competitor nel mondo mobile.
Rubel incoraggia i marketer a prendere rapidamente coscienza di questi cambiamenti : le regole del gioco stanno cambiando e non si può restare fuori dei quella che definisce “… the dominant digital-consumption platforms in the foreseeable future. After all it’s hard to fight three wars — search, social and mobile — all at once”