Un post segnalato da Steve Rubel sul blog di James Robertson, mi da l’occasione per soffermarsi un momento sulla inconcepibile “lentezza” di certi addetti PR a comprendere che (forse) internet ha “leggermente” cambiato le dinamiche di distribuzione e controllo delle informazioni.
Il caso specifico è un esempio di “vietato diffondere la notizia prima della mezzanotte del xx xxx”, altrimenti noto come “embargo”.
Specie in riferimento ad aziende come Microsoft, IBM, Oracle o altre di questo livello, questo atteggiamento è davvero ridicolo, oltre che potenzialmente controproducente.
Ridicolo, perchè certi “veti” potevano funzionare in presenza di pochi media, per lo più cartacei e comunque facilmente controllabili. (qualcuno nota differenze con la situazione odierna ?)
Il commento di Robertson mi sembra perfetto:
“There are simply too many people watching their every move, ready to pounce out with information. A decade ago, that didn’t matter too much – an early leak meant that information hit the printed page a day (or a week)
later. Now, early information leaks immediately. Why does that matter? Well, it matters because of the nature of message definition that now exists. With an artificial embargo on information, other people get to take a crack at defining you. First impressions matter a lot more than anything else, so if a negative one gets early play, you’ll have a hell of a time countering it.”
La velocità di reazione alle “voci” è un fattore determinante quando si vuole evitare di trovarsi ad affrontare un processo di “crisis communication”.
Quando, pochi anni fa, un mio cliente di telefonia mobile , che chiamerò PhoneX, ruppe una alleanza con Microsoft, le possibili spiegazioni erano diverse , e non tutte favorevoli a PhoneX.
Pochi minuti dopo lo scarno annuncio ufficiale, che non offriva spiegazioni di sorta, ho cercato e trovato online il commento di un prestigioso analista di mercato, che dava una interpretazione totalmente favorevole a PhoneX. Senza attendere ulteriori comunicazioni ufficiali (che sarebbero arrivate giorni dopo) e non potendo dare (su istruzioni di PhoneX) che un secco “no comment”, ho pensato di “segnalare” ai giornalisti di settore il link al commento.
La velocità è stata determinante: il 90% dei commenti usciti successivamente (a partire da poche ore dopo) erano in linea con la prima interpretazione “attendibile” fornita.
“First impressions matter a lot…”
Ma in Microsoft queste cose ancora non le sanno….