Vi sarà senz’altro capitato di leggere un comunicato stampa di annuncio di un nuovo sito, e di scoprire che in realtà non è ancora online o parecchie delle funzionalità promesse sono ancora in cantiere.
Così come mi è capitato di sentirmi incalzare da un cliente che vuole a tutti i costi annunciare un prodotto che, lo sa bene, non vedrà la luce del mercato prima di 4 mesi.
E mi domando : ma qualcuno li insegue ? Hanno fatto una scommessa ? Soffrono di qualche grave forma di impazienza congenita ? Le spiegazioni fornite di volta in volta non mi hanno mai convinto.
Spesso ci si sente rispondere che “…i nostri concorrenti hanno annunciato il prodotto corrispondente, e noi non possiamo mica stare a guardare !…”
Eh già, perchè il giornalista al quale non puoi dare il prodotto da provare, non puoi fornire nemmeno una scheda tecnica definitiva, non sai indicare il prezzo di vendita, a magari non puoi dire dove sarà distribuito, si scapicollerà a scriverne, dando la formidabile notizia ( un vero scoop) ai suoi suoi avidi lettori… E in ogni caso, ovviamente, vivrà quattro lunghi, estenuanti mesi nella snervante attesa della effettiva disponibilità del prodotto, per poterne finalmente scrivere ancora: non ci dormirà la notte, accidenti, e me lo troverò la mattina raggomitolato sugli scalini dell’ufficio (dove ha passato la notte). E al mio passaggio mi si abbarbicherà sui polpacci, implorando con lo sguardo vitreo : “.. un sample, un sample ti prego, non ce la faccio più….”
Questi comportamenti sono esempi di un vizio più sottile ( e pericoloso), ovvero la tentazione di pensare che la comunicazione possa sostituire i fatti, credere che un bel comunicato possa nascondere errori, ritardi, mancanze, debolezze.
La storia è piena di esempi grandi e piccoli che questo assunto è davvero una pia (nonchè ridicola) illusione. Assegnare alla comunicazione (e alle Relazioni Pubbliche in particolare) un simile compito significa non capirne la reale potenzialità in positivo.
Ma la storia, lo sappiamo, non insegna nulla, quasi mai.
Come hai ragione, non impareranno mai ed in caso la colpa è sempre di qualcun’altro.
Ottimo post Enrico!
Questo comportamento è il duale di quello che descrivevo in “Lancio di un nuovo prodotto:come evitare gli errori capitali”…ossia del comune errore di pensare alla strategia di lancio quando il prodotto è già disponibile…è un pò come se la regola fosse:
comunicare prima –> …lanciare… –>… e pensare dopo
Simone