Usare i social media come una clava

 (Dal Corriere.it ) Il ciclone Trump investe anche la Formula 1. Quando ha letto il tweet non voleva crederci Sergio Perez. Il pilota messicano della Force India, un idolo nel suo paese, ha subito rotto il contratto con lo sponsor Hawkers, una marca spagnola di occhiali da sole «low cost». (…) Perché il cinguettio partito dall’account ufficiale della divisione messicana (poi rimosso) è una gaffe clamorosa: «Ai messicani suggeriamo di mettersi queste lenti per coprire le lacrime durante le costruzione del muro». Quello al confine fra gli Usa e il Messico, progetto voluto dal neopresidente Donald Trump per arrestare l’immigrazione clandestina. Dietro a quelle scellerate parole c’è il tentativo goffissimo di sfruttare gli hasthag del momento per farsi pubblicità.

Ecco, leggere notizie come queste dovrebbe farci riflettere su un certo utilizzo scellerato dei social media da parte delle aziende.

Nella corsa affannosa per inserirsi “a qualsiasi costo” nelle conversazioni le aziende perdono completamente di vista i propri obbiettivi, il pubblico, la loro identità, il senso di quello che stanno comunicando.

Il “tool” fine a se’ stesso, il numero di condivisioni come valore e non come la mera metrica che in realtà è. 

“Markets are conversations” è ancora un concetto misterioso.

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